La Materia Prima

La Materia Prima

L'Anima (e la fatica) della Scelta

Pensate davvero che la storia di un'opera inizi con il primo taglio?
Sciocchezze.
La verità è che inizia molto, molto prima.
Inizia con una scelta. E ogni scelta è una fatica, una responsabilità.
La scelta di un materiale che non sia un semplice involucro, ma un racconto vivo.

Per me, diciamocelo, selezionare un cuoio, una carta o un filo non è una questione di lusso.
È una questione di rispetto. Di attenzione quasi maniacale.
È un dialogo silenzioso con la materia, un modo per onorare la sua origine e la sua anima.
E credetemi, ogni pezzo ne ha una.
Qui vi racconto la storia dei compagni di viaggio che, con sudore e passione, ho scelto per le mie creazioni.

Il Cuoio - Un Materiale che Vive (e che lotta)

Avete mai annusato il cuoio che uso?
Sa di bosco, di terra umida, di tempo che scorre lento.
È la firma inconfondibile della concia al vegetale, un'arte antica che in Toscana, per fortuna, qualcuno custodisce ancora.
Niente a che vedere con quella roba industriale, fatta in fretta con agenti chimici che urlano solo "profitto".
Qui no. Qui si usano solo tannini.
Un processo lento, maledettamente lento, che rispetta la natura e la pelle stessa.

E il risultato?
Beh, il risultato è un piccolo miracolo.
Non è un materiale inerte, ma una materia viva. Viva, capite?
Un cuoio che respira, che si ammorbidisce con il calore delle tue mani, che si scalda al sole e che, con il passare degli anni, sviluppa una "patina" unica, irripetibile.

E i piccoli segni, i graffi, i cambiamenti di colore... non chiamateli difetti, per favore. Sono i capitoli della vostra storia, impressi lì sopra.
Per sempre.

La Carta - La Mappa dei Pensieri (e delle emozioni)

Provate a passare un dito su un foglio di carta fatta a mano. Fatelo.
Sentirete che non è liscia. È una mappa.
Racconta la storia delle fibre di cotone, dell'acqua che le ha cullate, del telaio e della mano paziente – a volte stanca, ma sempre paziente – che l'ha creata.

Come potevo scegliere altro?
È per questo che uso solo carte prodotte artigianalmente, da maestri cartai italiani che, testardi come me, portano avanti una tradizione secolare.

Scriverci sopra è un'altra cosa. Un'esperienza totale.
La penna non scivola via come su una superficie morta, no.
Dialoga, a volte combatte, con la grana. L'inchiostro viene accolto, abbracciato.
È un supporto che ti costringe alla calma, che dà un peso sacro a ogni parola, a ogni segno.
È il silenzio perfetto per custodire i pensieri che contano davvero.

Il Filo - L'Importanza dei Legami (quelli veri)

I dettagli. È lì che si nasconde l'anima di un'opera.

Per questo, anche la scelta del filo non poteva essere casuale.
Potevo usare un banale filo di poliestere?
Certo. Veloce, economico, senz'anima.
E invece no. Ho scelto il lino cerato.
Naturale, resistente da non credere, e con una sua bellezza ruvida, onesta.

Lo stesso vale per ogni piccolo elemento metallico.
Invece di usare minuterie standardizzate, passo ore a cercare piccole opere d'arte create da altri artigiani: fibbie in ottone massiccio che pesano il giusto, bottoni in argento, fermagli che non sono semplici chiusure, ma punti esclamativi.
Dettagli di carattere.
Perché?
Perché ogni legame, anche il più piccolo, deve essere forte, onesto.
Senza compromessi. Mai.

Ogni Materiale ha una Storia (e un perché)

Insomma, queste sono solo scintille, piccoli assaggi.
Ogni materiale che uso ha una storia più profonda, un'origine, un perché sudato.

Se volete continuare questo viaggio nella materia, a sporcarvi le mani con me, vi invito a esplorare gli articoli del mio diario.