Avete mai chiuso gli occhi annusando un pezzo di cuoio?
Ma quello vero, intendo. Non quello delle auto nuove, che sa di finto, di chimico. Parlo di quel profumo che sa di bottega, di terra umida, di bosco.
Ecco, quel profumo lì non è un caso. È il risultato di una scelta, la più importante che un artigiano del cuoio possa fare.
Quando ho iniziato questo viaggio, mi sono trovato di fronte a un bivio, due strade che portavano a risultati apparentemente simili, ma con anime completamente diverse.
Da un lato, la via veloce: la concia al cromo. Un processo industriale, efficiente, che in poche ore trasforma una pelle in un materiale perfetto, sempre uguale a se stesso. Una specie di fast food della pelletteria.
Dall'altro, una via più tortuosa, più lunga. Molto più lunga.
La via della concia al vegetale.
E, come avrete immaginato, ho imboccato la seconda.
Ma cos'è, in parole povere, questa concia al vegetale?
È un'arte. Non trovo un termine migliore. È un processo che ignora l'orologio e ascolta solo la materia. Le pelli vengono immerse per settimane in grandi vasche piene d'acqua e di una miscela di polveri di legno, cortecce, radici.
I tannini – sostanze del tutto naturali – penetrano lentamente nelle fibre, le irrobustiscono, le conservano.
Non c'è forzatura. Non ci sono agenti chimici aggressivi. C'è solo un'attesa paziente. Una specie di meditazione che trasforma un materiale grezzo in qualcosa di... beh, di vivo.
Ok, bello e poetico. Ma perché questa scelta, in pratica?
La risposta è semplice: perché il cuoio che ne deriva ha un'anima. E non lo dico tanto per dire.
Un pezzo conciato al vegetale vive con te. Sul serio. Se lo lasci al sole, il suo colore si scalda. Se lo usi ogni giorno, si ammorbidisce e prende la forma del tuo corpo, delle tue mani. Sviluppa una "patina", quell'insieme di piccoli graffi e cambiamenti di colore che lo rendono unicamente tuo.
È come una mappa della tua vita impressa sulla sua superficie.
Certo, non è "perfetto" secondo gli standard industriali. E meno male! Le sue venature, le piccole differenze di tono non sono difetti. Sono la sua firma, la prova che non è un pezzo di plastica stampato in serie.
E poi, c'è il profumo. Quel profumo di cui parlavamo all'inizio. Non è un deodorante, è la sua voce. È l'odore dei tannini, del legno. È un'esperienza che ti connette ogni volta alla natura e alla tradizione.
Quindi, quando scegliete una creazione Soffio Artigiano, non state scegliendo solo un oggetto. State scegliendo questo. Tutta questa storia. Tutta questa pazienza.
E, diciamocelo, è una bella storia da portare con sé.